lunedì 23 gennaio 2017

Nell’aria umida, poesia di Alfredo Giglio


Mentre mucido verde
Come muschio,
La fredda pietra
Di muri annosi avvolge,
Nell’aria tetra
Che spande odor di pioggia,
S’ode soltanto
Un brontolar di roggia
Al par d’un mesto pianto.
Un raggio di sole,
Pallido e malato
Par che  si dolga
Tra  nubi furibonde
E dietro a queste
Più timido s’asconde.
Un vento umido e caldo
Spinge nei viali d’una città,
Ch’odora di vecchiume
Ogni sorta
Di resti di pattume.
M’aggiro
Come spettro solitario
Per vie deserte,
In attesa del gelo dell’inverno
Che la carne trafigge 
E l’ossa mi distrugge.
Così,  
I miei pensier seguendo,
Sento ch’il cor più non m’aita
Perché  su me già incombe
L’inverno della vita.
  
Alfredo Giglio*

*Alfredo Giglio, poeta e scrittore crotonese, con questa poesia inizia la sua collaborazione al blog. Lo ringrazio.




2 commenti:

  1. Una poesia bellissima in tutti i sensi: per la maestria tecnico-stilistica, che denota in modo sobrio e misurato; per la spiccata musicalità, che non si affida solo alla bella sonorità della rima, ma anche al ritmo interno del verso; per la suggestività delle immagini che suscitano non già una sensazione di artefatto, ma anzi ti arrivano dentro; per la sua felicissima conclusione nella quale i cupi segni della stagione invernale e del vecchiume del centro storico crotonese vengono a formare un tutt’uno con “l’inverno della vita”. (www.francofederico,it)

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