martedì 3 gennaio 2017

Le vite parallele2: Winston Churchill e Matteo Renzi

Non sono un lodatore del tempo antico, non ripeto ossessivamente che una volta tutto andava per il meglio e che oggi tutto va per il peggio; ma che molte cose siano cambiate in peggio mi sembra una verità difficilmente confutabile.
Nell’’800 Quintino Sella, Ministro delle Finanze, si paga il biglietto del treno di tasca sua, pur potendo viaggiare gratis. Il Ministro, che chiede sacrifici agli Italiani per arrivare al pareggio del bilancio, sa che per primo deve dare l'esempio. Lo stesso Mussolini, al quale si possono addebitare ben altre colpe, quando è catturato dai partigiani, ha con sé solo una borsa piena di documenti e, una volta  ucciso ed appeso a testa in giù a Piazzale Loreto, non  lascia cadere dalle sue tasche nemmeno una lira. Alcide De Gasperi, quando nel 1946 si reca a Parigi per partecipare alla Conferenza della Pace, indossa un cappotto rivoltato, non disponendo del denaro necessario per comprarne uno nuovo. Con lo stesso cappotto l'anno successivo si reca in visita ufficiale negli Stati Uniti.
In tempi recenti Claudio Scajola, Ministro per le Attività Produttive, compra una casa con vista sul Colosseo a Roma, in parte con soldi altrui, ma “a sua insaputa”. Semplicemente ha fatto un po' di confusione tra le Attività Produttive della Nazione e quelle di casa sua. Nel 2011, Mario Monti, incaricato di formare un nuovo governo con il compito di risanare la situazione economica, per prima cosa pretende ed ottiene di essere nominato senatore a vita: in tal modo ottiene pure di farsi mantenere dagli Italiani per il resto dei suoi giorni. Giuliano Amato, più volte ministro ed oggi giudice costituzionale, già riformatore al ribasso delle pensioni degli Italiani, percepisce oggi varie pensioni per un ammontare di circa 30.000 € al mese. Caratteristica tipicamente italiana: sono i politici, straricchi e destinati a percepire pensioni vergognosamente e scandalosamente alte, ad imporre sacrifici alla povera gente con pensioni da fame.
Sto leggendo da qualche tempo le memorie di Winston Churchill e vi ho trovato un episodio che ritengo significativo ai fini del nostro discorso.
Sabato 17 Febbraio 1945  Winston Churchill incontra a Il Cairo il monarca saudita Ibn Saud. E’ accompagnato dalla figlia Sarah e dal Ministro degli esteri Anthony Eden. Così egli racconta l'incontro nella sua Storia della Seconda Guerra Mondiale.
Sarah frattanto aprì la valigia che le aveva offerto Ibn Saud. Conteneva molti splendidi manti arabi e parecchi vasi di profumi rari e deliziosi. In fondo c’era mezza dozzina di scatole di cartone di varie dimensioni. Una di queste conteneva un diamante col cartello del prezzo: 1.220 sterline. C’era un certo numero di altre gemme e parecchie collane di perle del Mar Rosso. Anthony ebbe analoga serie di regali, sebbene nel suo caso il diamante fosse proporzionato al suo rango. Quando, al ritorno a Londra, riferii al Gabinetto su questi argomenti, avvertimmo che naturalmente non ci saremmo  tenuti nemmeno uno dei preziosi. Infatti il Tesoro, a cui furono dati, con essi quasi pagò l’automobile che mi ero impegnato a regalare a Ibn Saud.

Circa 70 anni dopo, Domenica 8 Novembre 2016, Matteo Renzi è in visita a Ryad presso la monarchia saudita. Così Il fatto quotidiano racconta la visita in un articolo dell’8 gennaio 2016.
Parapiglia …. per i Rolex elargiti dagli amici di Ryad. …., quelli che gli oltre 50 ospiti di Roma …. hanno adocchiato sui banchetti del salone per la cena con la famiglia al trono…..
Gli illustri dipendenti profanano le norme: gli impiegati pubblici di qualsiasi grado devono rifiutare gli omaggi che superano il valore di 150 euro oppure consegnarli subito agli uffici di competenza. Qui non si tratta di centinaia, ma di migliaia di euro. Perché i sovrani sauditi preparano per gli italiani dei pacchetti con orologi preziosi: avveniristici cronografi con il prezzo che oscilla dai 3.000 ai 4.000 euro e Rolex robusti, per polsi atletici, del valore di non meno di 20.000 €. A Renzi viene recapitato anche un cassettone imballato, trascinato con il carrello dagli inservienti….. Il momento è di gioia. Ma un furbastro lo rovina. Desidera il Rolex. Scambia la sua scatoletta contenente il pacchiano cronografo con quella dell’ambito orologio svizzero e provoca un diverbio che rimbomba nella residenza di re Salman. Tutti reclamano il Rolex. ….
….L’ambasciatore Armando Varricchio inorridisce di fronte a una scena da mercato di provincia per il chiasso che interrompe il sonno dei sauditi. Anche perché i generosi arabi sono disposti a reperire presto altri Rolex pur di calmare gli italiani. Non sarà un pezzo d’oro a sfaldare i rapporti tra Ryad e Roma: ballano miliardi di euro di appalti….. E che sarà mai una vagonata di Rolex? ….
Il racconto non finisce qui. Cos’è accaduto dopo la notte di Ryad? Chi non voleva restituire o non ha ancora restituito i Rolex?

Ogni commento è superfluo.

P.S. Invio ai miei lettori auguri di cuore per un felice e prospero 2017.





1 commento:

  1. Buon anno anche a te! Mi piace molto leggerti!
    Per gli orologi io direi di andare in quel di Rignano e di lì cercare, a fiuto, di trovare dove possono essere finiti perchè pare che abbia tenuto tutto lui, anche se forse a qualcuno ritengo avrà dovuto lasciare qualcosa

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