mercoledì 21 dicembre 2016

L'ultimo cinepanettone: Natale a Berlino

        Ancora un attentato islamico, questa volta a Berlino. Non è il primo, non sarà l’ultimo, purtroppo, finché in Occidente una classe politica ignobile, indecente e forse collusa favorirà l’invasione in atto. Si piangono i morti, si depreca quello che è avvenuto, si usano le eterne parole di circostanza che da circa venti anni ormai si riproducono stancamente sulla bocca dei vili e dei folli. Non se ne può più, né io ho voglia di ripetere le solite recriminazioni che ormai sono buone soltanto ad alimentare un senso di nausea  e di ripulsa.
Non voglio però tralasciare di sottolineare un aspetto del problema che trovo particolarmente significativo e degno di attenzione. Fate caso al livello del dibattito, quando nei vari talk show televisivi si trovano a discutere o a polemizzare persone appartenenti al mondo occidentale ed esponenti più o meno variegati del folkloristico mondo dell’Islam. Se per un attimo si chiudono gli occhi, si ha come una regressione nel tempo e si ritorna a molti secoli addietro. A questo, tra i tanti regali, ci ha costretti l’Islam: a dover discutere di argomenti, di problemi, di fatti che l’Occidente considerava acquisiti per sempre nella coscienza comune.
Ed eccoci costretti a difendere i diritti delle donne, il rispetto per i bambini, lo spirito di tolleranza, la libertà di coscienza, eccoci costretti a difendere i diritti naturali ed inalienabili della persona, quei diritti che, almeno per noi occidentali, rendono essi soli la vita degna di essere vissuta. Si tratta di problemi ormai superati, che appartengono alla notte dei tempi e che già avevano avuto una prima sistemazione e soluzione nella civiltà giudaico-greco-romana. Poi abbiamo avuto il messaggio cristiano e su quelle basi, pur con qualche contrasto e qualche temporaneo passo indietro, lentamente ma inesorabilmente la nostra civiltà si è evoluta. Sicché abbiamo avuto la Rivoluzione copernicana e Galileo Galilei, con l’abbattimento definitivo del principio di autorità, e poi abbiamo avuto l’Illuminismo, il Positivismo, l’Idealismo, e siamo diventati quello che siamo.
Certo, abbiamo avuto anche i processi della Santa Inquisizione e le guerre di religione nel Seicento, ma sono cose di tanti secoli fa e, se ancora oggi ogni tanto anche noi Occidentali decidiamo allegramente di scannarci tra di noi, non lo facciamo certo perché crediamo al potere malefico delle streghe o perché riteniamo che il nostro Dio sia più Dio di quello degli altri.  
E invece ecco nei dibattiti ci ritroviamo spesso a doverci difendere da un Islam sempre più arrogante ed aggressivo, che non si fa scrupolo di ricattare, di intimidire, di minacciare apertamente e, sempre più spesso, di ricorrere all’omicidio e al terrore. Ne conseguono stragi continue, che sembrano ormai avere il ritmo incalzante di ciò che è considerato ineluttabile ed accettato quasi con spirito di rassegnazione. New York, Londra, Madrid, Parigi, Nizza, Berlino non sono più soltanto delle città, sono anche le tappe dolorose e vergognose di una guerra unilaterale, alla quale nessuno sembra voler porre seriamente rimedio.
L’Islam è una religione intrinsecamente violenta e sanguinaria, che esalta l’assassinio e considera martiri quelli, anche i bambini, che dovessero morire nell’esecuzione di tali assassinî. Non casualmente esso si ritrova diviso in tante sette, Sunniti, Sciiti, Alawiti, Wahhabiti e tante altre, in perenne lotta tra di loro e continuamente lacerate da stragi e da guerre sanguinosissime.
Ma, se finora i seguaci dell’Islam hanno avuto e continuano ad avere la buona abitudine di scannarsi  tra di loro, ora invece, già da molto tempo, hanno preso a riversare il loro odio su di noi occidentali e cristiani. All’attuale stato dell’arte, visto che papa Bergoglio, indaffarato evidentemente in problemi più importanti, si limita al minimo sindacale; visto che i nostri governanti in genere considerano l’invasione islamica dell’Italia una risorsa e non un problema; visto che l’aggressività islamica, lungi dall’affievolirsi, diventa ogni giorno più truculenta; ci è almeno lecito sperare che venga fuori qualcuno disposto seriamente a difenderci?

P. S. E’ Natale e ne approfitto per ringraziare della loro attenzione i miei lettori. Ad essi vanno i miei auguri più affettuosi.

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