martedì 23 agosto 2016

Un posteggio per la mia auto (racconto) di Ezio scaramuzzino


  Oltre che cittadino crotonese, sono anche un modesto azionista di Comune di Crotone SpA. Qualcuno si chiederà: “Ma per caso il nuovo Sindaco Ugo Pugliese ha deciso di quotarsi in borsa?” Nulla di tutto questo, ovviamente. Io contribuisco soltanto con le periodiche multe per divieto di sosta, che hanno l’unico merito di rimpolpare un pochino le esangui casse della nostra amministrazione comunale.
     Ogni anno pago mediamente due o tre multe, per un ammontare di circa 70-80 euro, che non sono certamente una gran cifra, non dissestano certamente nessun bilancio familiare, ma consentono comunque ai nostri amministratori di fare qualche spesuccia in più. E poi 80 euro di qua, 80 euro di là, alla fine si riesce a racimolare un bel po’ di soldini, tanto quanto basta per qualche altra sagra della salsiccia o per qualche cantante reduce dal festival di San Remo o dal festival di Rocca Cannuccia.
Fino a qualche tempo fa ero rassegnato: questi contributi periodici erano addirittura messi in conto e previsti nel mio bilancio personale. D’altra parte è risaputo che, tra i tanti vantaggi di quelli che abitiamo sul lungomare, tra i rumori dell'originale e cervellotico fondo stradale e delle grate dissestate lungo il percorso, c’è anche quello non trascurabile di poter trovare un tranquillo posteggio, specie d’estate, solo se si dispone di un potente binocolo che consenta di bucare gli spazi siderali, superare il Sistema Solare ed approdare sulle lande desolate di qualche lontano pianeta sperduto nell'Universo.
Ma non nascondo che da un po’ di tempo ho forse trovato il bandolo della matassa e non caccio più un centesimo (stavo per dire una lira). Certo ci ho riflettuto a lungo, ma alla fine una soluzione l’ho trovata, un po’ come per la scoperta dell’acqua calda. Siccome il mio garage è lontanuccio, mi limito a fare il cacciatore di posti di parcheggio liberi. Come ne vedo uno, ci piazzo l’auto e non la sposto più. L’ultimo l’ho trovato una settimana fa, proprio vicino casa mia. Era da qualche giorno che lasciavo l’auto in posti precari, sempre a rischio di multa. Un pomeriggio mi sono appostato e sono riuscito a precedere di qualche secondo una signora inviperita, che aveva adocchiato lo stesso posto.
Non è mancato un piccolo diverbio. ”Lei non sa chi sono io”, mi fa la signora. Al che io, serafico e calmo: “E’ vero, signora, io non so chi è lei, ma nemmeno lei sa chi sono io. In questo piccolo-vasto mondo noi non sappiamo chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, per che cosa viviamo”. La signora, un po’ perplessa, probabilmente mi ha considerato un po' tocco, mi ha guardato di traverso, ha innestato la prima e si è allontanata velocemente.
    Da allora la mia auto è là, inamovibile come una cariatide, incolonnata e perfettamente allineata al bordo della strada secondo quanto previsto dal Codice della strada e dai regolamenti di Polizia urbana, tranquilla e sicura di sé e, ciò che non guasta, perfettamente controllabile dal mio balcone. L’auto non la prendo più. Mi sposto solo a piedi, per qualunque motivo, ed evito di andare fuori città. Risparmio un bel po’ di soldi e ci guadagno pure in salute. Ogni tanto mi affaccio dal balcone e passo un’oretta a guardarmi la mia auto. Me la coccolo, me la squadro, me la controllo, spasimo per lei. Addirittura qualche volta mi viene la tentazione di scendere, di infiocchettarla, di accarezzarla, di lisciarla, di cullarla. Che goduria!
 Ma non sono tutte rose e fiori!: c’è anche il rovescio della medaglia. Intanto io sono diventato una specie stanziale. Per trovare la foca monaca, bisogna cercare lungo le coste della Sardegna e, per trovare lo stambecco, bisogna cercare sulle Dolomiti. Orbene, se qualcuno vuole trovare me, deve cercare solo entro la cinta urbana di Crotone e, preferibilmente, lungo il tratto che va da Viale Gramsci a viale Cristoforo Colombo. Ma non è solo questo. Da un po’ di tempo, una volta che ho trovato un bel parcheggio, evito di accettare inviti di amici o parenti. Sono io che preferisco invitare gli altri.
Qualche tempo fa ero stato invitato ad una cena da vecchi amici che volevano fare una rimpatriata. Ho trovato scuse, ho abbozzato, poi, visto che ci tenevano tanto, li ho invitati a venire a trovarmi a casa mia. Mi sono piombati tutti a casa, una ventina di persone, alle otto di sera. E’ vero: ho evitato di spostare l’auto, ma la rimpatriata mi è costata un bel po’ di soldi, almeno dieci volte in più di quanto mi sarebbe costata una multa per divieto di sosta. Ho capito, e non ci voleva molto, che forse è il caso di rifare qualche calcolo.

  

1 commento:

  1. Ti capisco, a me capita d'estate a luglio ed agosto perchè abito in una località marina: quando posso vado a piedi ma se mi serve prendo l'auto e spero nella mia buona stella

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