lunedì 1 agosto 2016

L'odio e il disprezzo

Io disprezzo
Ho letto anche io l’editoriale di Libero del 27 luglio scorso, Io odio l’Islam (leggi qui), in cui Filippo Facci dice chiaramente quello che molti pensano e non dicono per quieto vivere, per assuefazione, per stanchezza e quasi sempre con un po’ di viltà. Concordo con molti dei suoi giudizi ed ho una sola riserva sull’uso della parola “odio”, perché l’odio si riserva a ciò che non solo è male ma ha anche una sua implicita, tragica grandezza, dal momento che c’è una grandezza anche nell’operare il male. E da questo punto di vista pochi momenti e pochi personaggi storici possono meritare l’odio: ci metto Hitler ed il nazismo, Stalin ed il comunismo sovietico, Robespierre ed il terrore giacobino e poco altro. Ma come si fa ad odiare l’Islam? Quell’Islam che ci sta sommergendo con la sua invasione ed è arrivato dove è arrivato solo grazie alla complicità ed alla viltà dell’Occidente? Ecco, per quanto mi riguarda, più che odio io avverto disprezzo per l’Islam e per tutto ciò che esso rappresenta.
- Io disprezzo Maometto, falso profeta, assassino e pedofilo. Decapitò personalmente con la spada 600-900 uomini e ragazzini ebrei disarmati e tra le sue nove mogli una, Aisha, aveva solo nove anni.
- Io disprezzo il Corano, il libro sacro dell’islam, dove, in mezzo ad alcune, poche idee accettabili, sono riportate tante idee discutibili, inaccettabili, rivoltanti e stomachevoli sui seguaci delle altre religioni, sulla donna, sulla concezione generale della vita, sull’aldilà, dove sono in attesa 72 vergini per chi è degno del paradiso.
- Io disprezzo la loro poligamia, con la possibilità, concessa ad ogni musulmano, di avere fino a quattro mogli contemporaneamente tra le quali scegliere, notte per notte, quella più disponibile.
- Io disprezzo la loro concezione del fidanzamento e del matrimonio, nel quale la moglie è considerata un oggetto, viene comprata dal marito e l’unità di misura per l’acquisto è il cammello. Una donna che vale molto può essere comprata con non meno di 50 cammelli.
- Io disprezzo il loro codice penale, la sharia, ispirato ai dettami del Corano, che prevede la condanna a morte per un’infinità di reati, tra cui l’omosessualità, la conversione ad altra religione, la mancanza di rispetto nei confronti di Allah e di Maometto.
- Io disprezzo la teatralità delle loro pene, le scudisciate in pubblico, le decapitazioni, gli sgozzamenti, le crocifissioni, le impiccagioni multiple nelle pubbliche piazze. Chi fa queste cose appartiene veramente alla razza umana?
- Io disprezzo la loro infingardaggine, per cui tutto avviene Inshallah, se Dio vuole, cosa che li pone in uno stato di inerte rassegnazione e di oziosa attesa nei confronti della vita.
- Io disprezzo le loro moschee, tutte uguali in ogni parte del mondo e con nessuna raffigurazione umana. L’unica forma di arte che vi è permessa è quella rappresentata dai ghirigori, dai punti e dalle linee.
- Io disprezzo il loro modo di pregare, con i deretani all’insù e l’aria tutt’intorno che viene spesso ammorbata dagli effluvi intestinali.
- Io disprezzo la loro incultura. Conoscono a memoria un solo libro, il Corano, e nel corso della loro intera vita non leggono niente altro, o quasi. Si vantano spesso di avere avuto due grandi filosofi, Avicenna ed Averroè, in realtà semplici esegeti e traduttori di Aristotele, e di aver inventato lo zero. Contenti loro!
- Io disprezzo le loro donne intabarrate in niqab, burka e chador. Si muovono come fantasmi nella notte e si limitano a vivere respirando e movendo i piedi e le mani.
- Io disprezzo tutta quella cianfrusaglia esposta sui loro banchetti e che essi riescono a vendere dopo  trattative defatiganti solo quando si decidono a dimezzare il prezzo iniziale.
- Io disprezzo il loro cibo disgustoso, soprattutto il kebab, preparato con la cucina halal, che prevede infinite sofferenze per gli animali lasciati dissanguare con una morte lenta e atroce.
- Io disprezzo le loro barbe incolte, l’odore che emanano e la scarsa igiene, connaturata alla loro secolare assuefazione al deserto, arido e quasi del tutto privo di acqua. Si limitano a togliere le scarpe e a lavare i piedi quando entrano nella moschea.
- Io disprezzo la loro capacità di simulare e giurare il falso, del resto considerata lecita e giustificata dal Corano nei confronti degli infedeli, che poi siamo noi, i Cristiani.
- Io disprezzo le loro implorazioni nel momento in cui arrivano da noi e la loro immediata, successiva tracotanza una volta che li abbiamo accolti e sistemati.
Io li disprezzo per tutto ciò e mi rifiuto di integrarmi con chi professa questa religione. Perché noi siamo Cristiani, eredi, sì, diciamolo con un grido, della tradizione e della civiltà giudaico-cristiana-greco-romana e non possiamo integrarci con questa barbarie.
E ovviamente disprezzo anche quelli, tra di noi,  che dicono che dobbiamo accoglierli, che dobbiamo sostenerli, che dobbiamo integrarli. Ma questo è un discorso ancora più grave e rivoltante, su cui mi riservo di tornare.

Nessun commento:

Posta un commento