mercoledì 17 agosto 2016

Educazione musicale a Crotone

Una favola moderna
C'era una volta a Crotone un popolo che non apprezzava  la musica, né aveva voglia di conoscerla e di apprezzarla. Del che, giustamente, ebbe a preoccuparsi la giunta  comunale del tempo, quella del Sindaco Senatore per intenderci, che trovò il modo di occuparsi del problema con la seria intenzione di risolverlo una volta per sempre. Ci furono approfondite discussioni e alla fine, con l'ausilio dei tecnici del Comune del settore Lavori Pubblici, anch'essi apprezzati melomani, il rimedio fu trovato. Se gli abitanti di Crotone fossero stati costretti a seguire un corso di Educazione Musicale, certamente ci sarebbe stata una rivolta, o, nel migliore dei casi, una reazione di rigetto che avrebbe vanificato ogni sforzo. A parte il fatto che comunque, in democrazia, certe cose non si possono imporre: ognuno è libero di ignorare i diesis e i bemolle oppure decidere che Jovanotti è il più grande musico mai apparso sulla faccia della terra. No, non era questo il sistema migliore. La musica bisognava sì insegnarla, ma surrettiziamente, facendo finta che si facesse altro. Fu deciso quindi che l' Educazione Musicale sarebbe stata impartita prioritariamente a quegli zoticoni che abitano sul Lungomare e che l'inizio del corso sarebbe coinciso con il ben noto rifacimento del tratto riguardante l'intero Viale Gramsci, avvenuto circa 10 anni fa. I Direttori dei lavori non furono scelti con criteri clientelari, ma con criteri rigidamente musicali: furono scelti in primo luogo quelli che dimostravano di avere cognizioni musicali sull'uso delle percussioni o delle batterie e, in mancanza, l'incarico fu affidato a persone che potessero dimostrare di essere sordi come una campana, in modo che non avvertissero il fastidio di suoni o rumori di alcun tipo. Così finalmente i lavori iniziarono e "finirono" (?), con qualche contrattempo, con qualche rifacimento, con qualche problema, ma "finirono" e tutti oggi possono ammirarne, ed anche ascoltarne, le piacevolezze.
Dico "ascoltarne" non casualmente, perché il Lungomare di Crotone avrà sì qualche difetto, ma ha anche un grosso merito. Ebbene sì, diciamolo pure, il Lungomare di Crotone, come La pioggia nel pineto di dannunziana memoria, è anche una grande sinfonia di suoni.
Non so se qualcuno ha notato quel bianco asse centrale destinato alla raccolta delle acque piovane e su cui insistono numerose, piccole grate in ferro. Bene, quasi tutte queste grate non combaciano bene con la base sottostante e, al passare delle auto, sono fonte di suoni celestiali al cui paragone Mozart appare come un miserabile dilettante. Né qualche malevolo pensi che il tutto sia da addebitarsi all'imperizia del fabbro ferraio che ha costruito le grate. Niente di tutto questo: la cosa è stata scientificamente studiata, fortemente voluta da progettisti, committenti, imprese esecutrici, direttori dei lavori, che tutti insieme si sono adoperati al fine di completare quell'Educazione Musicale di cui si parlava all'inizio.
A ciò bisogna aggiungere il fatto che della primitiva pavimentazione, almeno nella sua parte centrale, a distanza di soli pochi anni è rimasto ben poco e quel poco, dissestato e rattoppato alla meglio, al passaggio di ogni auto accarezza le orecchie e solletica le velleità musicali dei passanti con l’emanazione di suoni flautati e di accordi celestiali. Ma soprattutto, con un successivo rifacimento ( a gloria imperitura del Sindaco Vallone) è stata creata ogni due metri una sorta di linea divisoria a mattoni, che provoca un effetto identico a quello delle bande sonore (mai nome fu più appropriato), o piccoli dossi, utilizzati in altri contesti. L’effetto musicale è fantastico: 24 ore su 24 chi abita in viale Gramsci ha la possibilità di ascoltare un concerto, che al paragone una sinfonia  di Beethoven è roba per sprovveduti.
Qualcuno si chiederà: "Ma lo scopo almeno è stato raggiunto?" Sento di poter rispondere di sì. Io, ad esempio, ho la fortuna di poter ascoltare dal mio soggiorno una grata che, ogni dieci secondi, mi rimanda all'orecchio le quattro note, drammatiche, solenni e maestose con cui Beethoven inizia il primo movimento della Quinta Sinfonia. Confesso che, ogni volta che ascolto quel cupo tu-tu-tu-tu, il mio pensiero si libra nell'aria sull'ali dorate, supera palazzi, clivi e colli, si dirige verso Piazza della Resistenza, entra nel Municipio e rivolge un sentito e commosso grazie alla memoria e/o al ricordo di tutti coloro che hanno voluto rinverdire le mie conoscenze musicali, che rischiavano di appannarsi. Poi ti capita di sentire il tonfo di un mattone che, pizzicato dal passaggio di un’auto, si libra nell’aria, volteggia e ricade con un lamento che sembra ricordare un accordo di Paganini. E non è finita! Passeggi lungo Viale Gramsci, entri in un bar e senti la gente che discute, si appassiona e litiga, non più sul Milan e sulla Juventus, ma sui concerti, le sonate, le sinfonie, i melodrammi. Mi è capitato l'altro giorno di ascoltare un signore che si dichiarava felice di poter ascoltare dalla grata di fronte casa sua la Sarabanda di Händel, mentre altri due signori stavano venendo alle mani perché il primo vantava una presunta superiorità del Minuetto di Boccherini, emesso dalla sua grata, rispetto al Gloria di Vivaldi, vantato dal secondo.
Il mondo va per il meglio. Ci saranno pure tanti problemi nella vita, ma la cultura musicale è in piena fioritura. Certo, sarebbe bello se i responsabili ci offrissero, oltre alla musica, anche qualche balletto, magari con qualche personaggio politico locale impegnato ad esibirsi sul Lungomare per la delizia dei passanti, ma, via, non si può avere tutto dalla vita. Accontentiamoci!




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