giovedì 31 marzo 2016

I vaneggiamenti di papa Francesco

Ma papa Francesco sta bene? Voglio dire, con la testa è a posto? Io non ho la pretesa di insegnargli come si fa il papa, anche perché, sarebbe il caso di ripetere le sue parole, chi sono io per insegnare al papa come si fa il papa?
Ma qualche dubbio ti viene, quando senti le sue parole. L’altro giorno, dopo le stragi di Bruxelles, evidentemente ha capito che non poteva mantenere sull’argomento il suo abituale silenzio perché il fatto era troppo grosso ed ha deciso di parlare. Certo, ha parlato. Ma che cosa ha detto? Ha detto, tenetevi calmi, che dietro le stragi ci sta non l’integralismo islamico, non il terrorismo, non l’odio contro l’occidente cristiano. Ci stanno invece, figuratevi un po’, “i fabbricanti e i mercanti d'armi “.
 A parte il fatto che gli ordigni dei kamikaze sono sempre costruiti con materiale fatto in casa o prodotto per altri scopi (prodotti chimici facilmente reperibili, biglie e chiodi), quello che ha detto il papa fa il paio con chi sostiene che Gesù Cristo è stato messo a morte dal falegname che ha costruito la croce,  a voler dimenticare che anche lui era falegname e pure San Giuseppe.
Capisco che nei confronti delle parole di un papa c’è sempre un po’ di soggezione che ti attanaglia e ti impedisce di essere sincero sino alla fine, ma io ho voglia di dire apertamente quello che penso, anche perché ritengo che, quanto prima finisce questa pantomima, meglio è.
Abbiamo tutti conosciuto abbastanza papa Francesco e tutti ci siamo fatti un’idea di quello che pensa. Egli sale la scaletta dell’aereo, portandosi personalmente la 24 ore; si chiede chi è lui per esprimere pareri sul problema dei gay; dice di non volersi intromettere nelle faccende politiche quando il parlamento italiano vuole estendere le prerogative del matrimonio (che, non dimentichiamolo, è un sacramento) alle unioni di fatto. Ha sempre questi atteggiamenti semplicistici e pauperistici, che gli procurano una facile e scontata popolarità. Ma, sotto questi atteggiamenti, non è difficile cogliere un atteggiamento di astio per tutto ciò che sa di Occidente, di libertà, di tradizione. Altro che giubileo della misericordia!
Può dirsi ancora che papa Francesco è l’esponente più genuino del cattolicesimo e che egli è il rappresentante di Cristo sulla terra? A me viene il terribile sospetto che egli voglia distruggere la chiesa cattolica, non difenderla, non farla trionfare. La stessa cosa che voleva fare l’anticristo, di cui parlano l’Apocalisse ed altri libri profetici.
Lui, gesuita ed erede della teologia della liberazione, crede di poter importare nel corpo universale della chiesa la prassi e le credenze che hanno sconvolto e quasi distrutto la chiesa cattolica sudamericana, facendola diventare un’appendice del marxismo. Padronissimo lui di pensarla così. Ma, mi chiedo, tra quelli che gli stanno vicino, tra quelli che lo consigliano (non certo mons. Galantino che è un Bergoglio in piccolo), non c’è nessuno che possa riportarlo alla realtà?

mercoledì 30 marzo 2016

72 vergini

Nasce un sentimento di stupita rassegnazione in tante persone, quando si assiste all’ arrivo ormai incontrollabile di clandestini da ogni parte del mondo. La cosa ormai non fa nemmeno più sensazione: Oggi sono arrivati 1.500 clandestini, domani è previsto l’arrivo di altri 2.000, titolano i giornali, e la notizia viene riportata con lo stesso risalto  con cui vengono riportate le previsioni del tempo. Si badi bene che 2.000 persone sono come un paesino di medie dimensioni che ogni giorno sbarca nel nostro Paese.
Quello che poi sconcerta maggiormente è l’atteggiamento di allegra incoscienza con cui i nostri politici affrontano (si fa per dire!) il problema. C’è quasi una gara tra i nostri rappresentanti a chi la spara più grossa e riesce a vantare meriti in questa rincorsa a chi ne accoglie di più (vedi le varie sparate di Renzi, Mattarella, Boldrini, Alfano, che ormai non mette conto nemmeno di riportare, tanto sono ripetitive ed insulse).
Una cosa ormai appare certa: i nostri politici hanno rinunziato a controllare il fenomeno e si sono arresi, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, invece, essi debbono essere accusati di alto tradimento nei confronti del popolo italiano, avendo dichiarato ad esso consapevolmente una sorta di guerra, che lo porterà, ed in parte già lo sta portando, allo sfascio e alla scomparsa.
Qualcuno obietta: ma i grandi fenomeni migratori sono incontrollabili ed anche i Romani dovettero accettare la convivenza con le popolazioni barbariche venute dal Nord e dall’ Est. E’ vero. Ma i Romani resistettero per oltre 300 anni e solo dopo il 476 d.C. il fenomeno poté dirsi concluso ed accettato. Oggi invece alle popolazioni musulmane, che ci stanno invadendo  con la forza del numero e della nostra insipienza, sono bastati appena 20 anni per sentirsi padroni a casa nostra.
Bisogna ormai rassegnarsi. Né si può ritenere che la cosa possa aggiustarsi in qualche modo. La situazione ha ormai superato il limite del non ritorno: piaccia o non piaccia al papa “che non s’intromette” (ma penso che non gli dispiacerà più di tanto), diventeremo anche noi musulmani, con le buone o con le cattive, ed anche noi aspetteremo di essere ricompensati da Allah con 72 vergini fanciulle al nostro ingresso in paradiso. Una cosa ancora non so: ma anche alle musulmane spetteranno 72 vergini maschietti?

sabato 26 marzo 2016

Riflessioni pasquali

Sono nato e cresciuto in una famiglia cristiano-cattolica ed il mio cattolicesimo è stato quello di Pio XII. La Chiesa allora tendeva soprattutto alla salvezza delle anime, anche se riteneva che questa salvezza potesse essere preparata già sulla terra, non casualmente definita  “valle di lacrime”. Si era d’accordo allora sul fatto, implicito, che il fondamento della fede consistesse nel credere che Gesù Cristo fosse risorto e che questa resurrezione coinvolgesse l’intera umanità in un percorso che inevitabilmente ci avrebbe condotti a far parte della Chiesa trionfante nella vita eterna.
Il mio rapporto con la fede è stato tormentato ed ho vissuto anni difficili nella fanciullezza. Ero allora tormentato dall’idea del peccato e questa idea, angosciosamente avvertita, ha reso tormentati anche alcuni anni della mia vita. Poi ho superato questa fase e sono vissuto serenamente, anche se il mio rapporto personale con Dio è stato e continua ad essere problematico.
Oggi mi volgo attorno e vedo un’altra Chiesa cattolica, che non ha nulla a che vedere con quella nella quale io sono stato educato. Oggi la Chiesa si impegna molto nel risolvere i problemi di questo mondo, non quelli dell’altro mondo che tutti ci attende. La Chiesa si impegna nell’ambientalismo, nello sviluppo sostenibile, nel femminismo ed in tante altre attività, che possono anche essere lodevoli, per carità,  ma che la rendono terribilmente simile ad un centro sociale, ad una cooperativa, ad una onlus. Del resto nella testa di molte persone Gesù Cristo ha sostituto l’immagine di Carlo Marx e talvolta anche quella di Che Guevara. Mi chiedo se coloro che hanno questa idea del Cristo credono ancora che Egli sia il figlio di Dio e che sia risorto dopo tre giorni.
D’altra parte tutto si tiene e questa evoluzione della Chiesa non sarebbe stata possibile senza la presenza dell’attuale papa. Qualche tempo fa il settimanale americano Newsweek se n’è uscito con un clamoroso articolo in cui si chiedeva se papa Francesco potesse ancora essere considerato cattolico. Me lo chiedo anch’io, quando penso all’attività di papa Francesco. Ne ricordo solo alcuni aspetti.
1-La sua enciclica Laudato si’ si interessa non dei problemi della fede, come avveniva una volta, ma dei problemi dell’ambientalismo e probabilmente sarà ricordata soprattutto per la sua esortazione alla raccolta differenziata.
2-I Cristiani sono perseguitati e sterminati in tutto il mondo musulmano, ma egli non trova il tempo  di ricordarne adeguatamente il martirio e, quando lo fa, si limita al minimo sindacale, senza per altro indicare chi sono gli autori di questo martirio e senza mai citare l’Islam, parlando genericamente di terrorismo.
3- Di recente ha definito il comunista Giorgio Napolitano, distintosi soprattutto per essere stato favorevole al massacro dei patrioti ungheresi all’epoca della rivolta del 1956, e la radicale Emma Bonino, distintasi nella sua attività politica soprattutto per la sua lotta a favore di divorzio ed aborto, due grandi del mondo  di oggi. Mi sarei aspettato che ricordasse anche madre Teresa di Calcutta.
4- Richiesto di un parere sul problema dei gay, ha risposto :”Chi sono io per giudicare un gay?”.  Io sapevo che il papa è il rappresentante di Cristo sulla terra, ma non sono più tanto sicuro che sia ancora così.
5- Papa Francesco ha ammesso candidamente che l’unico giornale che legge è La Repubblica. E’ anche nota la sua intimità con Eugenio Scalfari, notoriamente ateo. Si dirà che il papa incontra il peccatore per convertirlo. Io ho l’impressione che sia stato Scalfari a convertire lui.
Io so bene che papa Francesco è molto popolare, anche se sarebbe più corretto dire che egli gode di buona stampa. La stampa che conta lo appoggia, i poteri che contano lo appoggiano. Ma la Chiesa deve ricercare il plauso dei potenti? E’ anche noto che l’affluenza alle sue udienze è costantemente in calo e che l’affluenza dei pellegrini a Roma per il giubileo è largamente sotto le attese.
C’è molto sconcerto in giro e non nascondo che anche io mi sento molto sconcertato. I miei cinque lettori potranno essere d’accordo o meno con quello che dico, ma è Pasqua ed  io non ho la pretesa di convincere nessuno. Comunque la pensino i miei  lettori ed i miei amici sui social, a tutti, proprio a tutti invio gli auguri pasquali, con l’intento di ricambiare in tal modo anche quelli che mi sono giunti personalmente ed ai quali inavvertitamente potrei non avere risposto. Un abbraccio.

mercoledì 23 marzo 2016

Il sentimento tragico della vita...


Il sentimento tragico della vita….. e quello comico.
Miguel de Unamuno,  grande filosofo e letterato spagnolo, pubblicò nel 1913 il famoso trattato “Del sentimento tragico della vita”, in cui rivendicava il diritto degli uomini a costruire il proprio destino individuale e personale sul riferimento ad una concezione austera e morale della vita, in opposizione a coloro che perseguivano invece il proprio “particulare” sulla traccia di una concezione strettamente razionalistica, anticamera di ogni egoismo e di ogni resa di fronte alle difficoltà.
Il libro ebbe un’immensa fortuna e per tanti anni  permeò del suo spirito la cultura spagnola ed europea.
A distanza di poco più di cento anni, mentre  a Bruxelles risuonano ancora gli echi delle bombe islamiche all’ aeroporto e nel metrò, mi chiedo se quel sentimento tragico  riesce ancora a permeare in qualche modo la nostra concezione della vita e me lo chiedo in modo particolare di fronte al balletto di dichiarazioni dei nostri uomini politici, di coloro cioè che dovrebbero tutelarci e porre un qualche rimedio a quanto di sconvolgente sta accadendo nell’ Occidente, quasi con frequenza quotidiana.
Ho la netta impressione che, almeno per quanto riguarda l’Italia, quel sentimento tragico si sia tramutato in sentimento comico, colorandosi non certo di imperativi morali e categorici, ma emanando effluvi che ricordano non poco il ritmo della tarantella, del mandolino e dei maccheroni.
Federica Mogherini, per chi non lo sapesse “Alto rappresentante per la politica estera della UE” (e mai un nome così altisonante appare sproporzionato alla modestia di chi ne è investito), alla notizia delle bombe non ha detto che cosa l’Unione Europea intende fare o proporre per tutelare il nostro futuro, che cosa intende fare per consentire un tranquillo e sereno svolgimento della vita  per noi e per quelli che verranno dopo di noi ( primo ed elementare requisito per ogni cittadino di  un qualunque stato, nazione, regime, ecc.): no, semplicemente la Mogherini si è commossa e si è messa a piangere.
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha detto che, per combattere il terrorismo ci vuole unità, coesione e fermezza. Ohibò! E dire che tutti erano convinti che, per combattere il terrorismo, bastassero tre Pater, Ave e Gloria, da recitare tre volte al giorno prima dei pasti.
Ma c’è di meglio. Laura Boldrini, la “presidenta” della Camera ha coraggiosamente sostenuto che il terrorismo non ci intimidisce e non riuscirà a piegarci. Lo ha scritto con un “cinguettio” su Twitter, adeguandosi meravigliosamente alla serietà e alla drammaticità del momento.
Il nostro ineffabile Presidente della Repubblica da parte sua ha avvertito la necessità di dire che bisogna considerare la questione in tutti i suoi aspetti: militare, culturale, di sicurezza e di cooperazione. Ha dimenticato di dire se la questione vada esaminata anche di profilo, di tre quarti, dall’ alto in basso e dal basso in alto.
Ma l’apice è stato raggiunto (c’era da dubitarne?) dal grande parolaio Matteo Renzi. Ha detto che non è il caso di creare allarmismi ingiustificati. Ha aggiunto che il governo investirà nelle periferie, dove sono concentrati i seguaci dell’Islam, e costruirà nuove moschee, per favorire l’integrazione con i terroristi. Amen. Ci mancava solo che sollecitasse anche la costruzione di nuove pizzerie, per poter offrire ad ogni seguace di Allah, in segno di amicizia, una pizza Margherita. Ovviamente co’ a pommarola ‘ncoppa.

Quando si dice …IL SENTIMENTO TRAGICO DELLA VITA…

lunedì 14 marzo 2016

L'alternanza

L’Istituto Paritario Benedetto XVI di Crotone è impegnato in questi giorni nell’alternanza Scuola – Lavoro presso il Museo Archeologico Nazionale di Crotone. Si pubblicano alcune foto dei vari momenti della giornata lavorativa.
Si coglie l’occasione per ringraziare tutto il personale del Museo per la disponibilità e la cortesia dimostrata.
Si rivolge un particolare ringraziamento al Direttore Dott. Gregorio Aversa e al Tutor aziendale D.ssa Marta Mori.

Prof. Ezio Scaramuzzino 
Crotone, 14 marzo 2016













giovedì 10 marzo 2016

Omaggio a Fritz e Cicci









    Ho avuto pochi, pochissimi animali domestici nel corso della mia vita. Quando ero bambino, a casa mia c’era un cane, Fritz, ma ne ho pochi ricordi. Restano nella mia memoria immagini sbiadite di lui che correva e che superava altri cani. Era molto veloce, o almeno così dicevano i miei fratelli, che ne erano orgogliosi. Spesso si organizzavano delle gare fra cani e Fritz vinceva immancabilmente. Ricordo una sua particolare abilità, che allora era ritenuta una dote straordinaria per un cane. Gli si metteva sul muso un pezzo di pane e lui riusciva a mantenerlo in miracoloso equilibrio. Poi qualcuno  recitava una filastrocca che si concludeva così: tu ti mancerai ‘stu morzu di pani / quannu ndi senti tre tocchi di campane (tu mangerai questo pezzo di pane, quando sentirai tre tocchi di campane). Bum!Bum!Bum! Al terzo Bum Fritz lanciava in aria il pezzo di pane, lo riacchiappava al volo e lo ingoiava voracemente. Fritz, di certo, intuiva vagamente il suono del terzo bum, che per lui rappresentava il momento in cui doveva agire.
Non ricordo come e quando morì.
A distanza di tanti anni, per volontà delle mie figlie piccoline, ho poi avuto una gattina, Cicci, vissuta per tredici anni. L’ho amorevolmente trattata, l’ho protetta e l’ho curata sino alla fine. Negli ultimi tempi aveva molto sofferto per varie malattie.
Una mattina mi accorsi che non moveva le zampette posteriori e che avanzava sul pavimento trascinandosi. Con la morte nel cuore decisi di portarla dal veterinario, non per guarirla come avevo già fatto tante altre volte, ma solo per abbreviare le sue sofferenze. La avvolsi in un plaid e la richiusi nella sua gabbietta. Mentre guidavo, ogni tanto le davo un’occhiata e mi accorsi che mi guardava serenamente, come aveva sempre fatto. Morì quasi senza accorgersene, come addormentandosi.
Mi sono sempre chiesto se gli animali hanno coscienza della morte. Si raccontano vicende di cani che si soffermano sulla tomba dei loro padroni, di altri animali che si allontanano e vanno a morire in luoghi nascosti.
Gli animali hanno certamente consapevolezza della sofferenza, del dolore fisico, magari avvertono anche in maniera vaga e confusa la scomparsa degli altri esseri viventi, ma non penso che essi abbiano coscienza della propria morte.  Il cane, che si sofferma sulla tomba, quasi certamente attende che il padrone ritorni, così, semplicemente, come se nulla fosse successo. Questa consapevolezza della propria fine è un  triste privilegio della specie umana, è una dolorosa conseguenza dell’aver mangiato la mela della conoscenza nel giardino dell’Eden. Se si pensa a quante volte gli uomini vivono nel pensiero e nella preoccupazione della propria fine, forse c’è da invidiare gli animali. Almeno loro non sanno e, a guardarli negli occhi, avverti il sentimento dell’eternità. Come quel giorno, quando portavo Cicci dal veterinario a pochi minuti dalla sua scomparsa ed i suoi occhi mi guardavano tranquilli, come sempre.

giovedì 3 marzo 2016

Cavalli e asini

     
  
   






  
Anno 40 d.C. Imperatore di Roma è il giovane Caligola, inviso al popolo per le sue stravaganze. In particolare egli subisce l'ostilità del Senato, memore della passata grandezza di Roma e ormai deciso a non più sopportare. Ogni seduta dell'assemblea senatoria si risolve in una delibera contro il giovane imperatore, molti discorsi dei patres conscripti costituiscono autentiche spine nel suo fianco. 
     Caligola   è ormai preda di un autentico delirio e decide di correre ai ripari. Se la maggioranza senatoria gli è ostile, bisogna capovolgere questa maggioranza. Decide pertanto di nominare senatore il suo cavallo Incitatus e lo fa accompagnare ogni mattina alle sedute dell'assemblea, non escludendo, se necessario, di nominare altri quadrupedi tratti dalle stalle imperiali.
     Per un po' di tempo la mossa di Caligola ha effetto ed il Senato si rabbonisce.
     Anno 2016 d.C. Capo del governo italiano è il giovane Matteo Renzi, piuttosto traballante al Senato, a causa di una maggioranza non sempre affidabile. Egli si è convinto del fatto che l'Italia ha bisogno di una legge che consenta a due uomini o a a due donne di vivere insieme more uxorio, ma anche di avere figli, eventualmente comprandoli da terze persone. Il giovane Renzi sa che forse per l'approvazione di questa legge non dispone di una sicura maggioranza al Senato, ma non si perde d'animo. Decide di far entrare nella maggioranza il suo asino Verdini, facendolo accompagnare anche da un numero imprecisato di asinelli.
         La mossa riesce e la legge viene approvata.
     Che differenza c'è tra Caligola e Matteo Renzi? Tra il cavallo Incitatus e l'asino Verdini?
P.S. L'immagine in alto a destra è tratta da Internet, ma, se Verdini ha da reclamare qualche diritto per lo sfruttamento della sua immagine, non ha che da chiedere.