venerdì 27 marzo 2015

A Roma le donne non te la danno (Lettera) di Giacomo Leopardi

Una lettera da Roma di Giacomo Leopardi al fratello Carlo, poco conosciuta perché non si ritrova nei manuali scolastici e i docenti evitano di parlarne, ma interessante, non fosse altro che per capire quanto sono mutati i tempi e i costumi. Ne propongo una mia versione in lingua italiana moderna con testo originale.

Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837)

Lettera al fratello Carlo
Roma, 6 dicembre 1822

Lascio da parte la filosofia e la letteratura, di cui ti parlerò un'altra volta avendo già conosciuto non pochi letterati qui a Roma, e mi limito a parlare delle donne, che tu forse ritieni più avvicinabili in una grande città.
Ebbene, ti sbagli completamente.
In Chiesa, o a passeggio per le strade, non trovi una befana che ti degni di uno sguardo.
Io ho fatto e continuo a fare molti giri per la città in compagnia di giovani belli ed eleganti. Insieme con loro sono passato tante volte accanto a donne, le quali non hanno mai alzato gli occhi per osservarli. E si capiva chiaramente che questo atteggiamento non dipendeva da modestia o pudore, ma da una totale e naturale indifferenza e noncuranza, tipica di tutte le donne di questa città.
Credimi, conoscere donne a Roma è difficile come a Recanati, anzi lo è molto di più, a causa della loro eccessiva frivolezza e dissolutezza che le accomuna alle bestie più che agli esseri umani. Esse non ispirano alcun interesse, sono ipocrite, amano solo andare in giro a divertirsi e non te la danno (credimi), se non con quelle infinite difficoltà che si incontrano in qualunque altro Paese.
Alla fine, se proprio ci tieni, devi andare a prostitute, che oltretutto sono molto più diffidenti di una volta e risultano anche pericolose, come ben sai.
(Versione in lingua italiana moderna di Ezio Scaramuzzino)

Testo originale
...Lasciando da parte lo spirito e la letteratura, di cui vi parlerò altra volta (avendo già conosciuto non pochi letterati di Roma), mi ristringerò solamente alle donne, e alla fortuna che voi forse credete che sia facile di far con esse nelle città grandi.
V'assicuro che è propriamente tutto il contrario.
Al passeggio, in Chiesa andando per le strade, non trovate una befana che vi guardi.
Io ho fatto e fo molti giri per Roma in compagnia di giovani molto belli e ben vestiti.
Sono passato spesse volte, con loro, vicinissimo a donne giovani: le quali non hanno mai alzato gli occhi; e si vedeva manifestamente che ciò non era per modestia, ma per pienissima e abituale indifferenza e noncuranza: e tutte le donne che qui s'incontrano sono così.
Trattando, è così difficile il fermare una donna in Roma come a Recanati, anzi molto più, a cagione dell'eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispirano un interesse al mondo, sono piene d'ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno (credetemi) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi.
Il tutto si riduce alle donne pubbliche, le quali trovo ora che sono molto più circospette d'una volta, e in ogni modo sono così pericolose come sapete."

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