Sin
da bambina mi è piaciuto sognare e, per alimentare i miei sogni, ho letto Grand Hotel, Le grandi firme, Bolero. Su quelle pagine ho immaginato avventure
meravigliose ed ho dato alimento alle mie fantasie. Poi quei sogni ho cercato
di viverli nella realtà.
Io
so bene quel che dicevano gli Scandalesi,
quando mi vedevano passare con il mio Alfredo. Lo capivo da quello che farfugliavano
sottovoce e che si scambiavano l’un l’altro. Dicevano che ero una poco di buono
e talvolta anche di peggio: che non ci stavo con la testa e per questo
bisognava essere indulgenti con me. Anche i bambini mi additavano ed io non
potei sfuggire al mio destino: ero segnata ormai.
E’
vero: ho amato molto ed ho conosciuto degli uomini. Ma in realtà io ho amato
l’amore e la vita e nell’ amore terreno ho solo cercato una scintilla di quello
celeste. Ora che sono qui, posso anche dirlo. Qui nessuno mi accusa ed anzi ciò
che mi è stato dato è la ricompensa per ciò che io ho dato.
Ditelo
al mio Alfredo, che trascina stancamente gli ultimi anni della sua vita. Il mio
amore coniugale non è venuto mai meno e, quando
Demetrio mi ha sottratta con la violenza alla luce effimera del giorno, il mio ultimo pensiero è stato per
lui. Continuo a serbarlo nella memoria e, nella luce imperitura che adesso mi avvolge, prego.
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