Era da tanto che non ti vedevo: ti
ricordo bambino e ti ho visto crescere. Poi, un giorno, non ti ho visto più:
sei partito ed hai abbandonato la via che ci ha visti insieme procedere nella vita. In quella via c’era la mia famiglia, la tua, i Garieri, i De Biase,
i Coriale, i Lazzaro, gli Scalise, tanti altri: via Puccini, anzi viale
Puccini, come la chiamavano, perché c’erano gli alberi, che oggi non ci sono
più. Sotto quegli alberi ci sedevamo a respirare la brezza leggera dell’estate
e ad attendere l’arrivo delle prime ombre della sera. Era bello allora: si parlava,
si chiacchierava, le mamme tenevano a bada i figli e tutt’intorno il canto
assordante delle cicale faceva da sfondo all’incanto del nostro vivere. Ora anche quelle cicale non ci sono più e si ha altro da fare che ascoltare il loro
canto.
Io ho vissuto, ho amato, ho avuto una
famiglia, ho gioito, ho sofferto, poi mi sono addormentata, con serenità, in
pace. Ad altri oggi è sortito il passare per la terra e l’abitare questi luoghi
che ci sono stati cari. Ma sento di insofferenze, di scontentezze, di rabbie, di
fretta di vivere e di frenesia nel consumare i propri anni. Perché? Perché?
Ezio Scaramuzzino
Ezio Scaramuzzino
Nessun commento:
Posta un commento