Dunque. Le figlie di Enzo Tortora si dissociano con parole più o meno accettabili dal paragone che il Cavaliere ha fatto tra la sua vicenda e quella del famoso presentatore. Certo non è che il fatto di essere figlie di Tortora garantisca loro l’interpretazione autentica dei fatti. D’altra parte l’Italia è piena di figli di, mogli di, fratelli di, che si arrogano curiose esclusive quando si tratta di raccontare o interpretare. Non mancano poi di quelli che ideologicamente pencolano pericolosamente dalla parte degli assassini dei loro congiunti.
Le figlie di Tortora forse avrebbero fatto bene a mantenere
un certo riserbo, ma capisco che con il mestiere che fanno (Una lavora al
TGLa7, l’altra alla RAI) anche loro sono quasi costrette a conformarsi al
pensiero dominante.
Che dire? La vicenda genera un po’ di tristezza. Io ricordo
molto bene Enzo Tortora, alla cui vicenda mi appassionai a lungo. Era una persona mite e gentile, ma
soprattutto era una persona intelligente ed anticonformista. In una RAI, che
già allora pullulava di democristiani, socialisti e comunisti, egli aveva il
coraggio e l’orgoglio di definirsi liberale, anche se poi trovò rifugio tra i
radicali che furono gli unici a proteggerlo. Non escludo che già allora qualcuno
gli abbia fatto pagare questa sua indipendenza ideologica, che gli impediva di
intrupparsi nel gregge.
Certo. Enzo Tortora aveva molte qualità. Purtroppo non è detto che le qualità dei padri poi
discendano “per li rami” e si ritrovino nei figli.
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