Il Cavaliere dunque è arrivato al
capolinea. Dopo vent’anni di attività politica, quasi certamente anche lui
assaggerà i confort di una prigione italiana. E’ inutile farsi illusioni,
perché la china è inarrestabile ed il suo destino è segnato. E’ solo questione
di tempo. Di fronte all’ipotesi del carcere, anche l’interdizione dai pubblici
uffici passa in secondo piano. Quello che i suoi nemici amavano definire l’uomo
più potente d’Italia, il padrone della stampa e della TV, sarà condotto in
carcere come un qualunque malfattore.
C’è un retrogusto amaro in tutta la
vicenda, non temperato, e anzi aggravato, dal fatto che in tutto questo il Cavaliere ci
ha un po’ messo del suo. Qualche suo comportamento, anche se non penalmente
rilevante, è apparso disinvolto e disdicevole.
Di peggio, anzi di decisamente
vergognoso, c’è stato solo il comportamento dei giudici.
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