mercoledì 1 febbraio 2012

Colloquio con Paolo Guzzanti


Ezio Scaramuzzino scrive: 
23 dicembre 2011 alle 21:22
Caro Guzz, ritorno nel tuo blog dopo due o tre anni, quando, pur di parlar male del Cavaliere, inventavi improbabili moralismi antiputin. Ero, te lo confesso, disgustato dal tuo comportamento. Ma adesso mi ritrovo a passare per caso dal tuo blog e vi trovo un articolo su Havel, bello e convincente. E’ questo il Guzz che ricordo e che ho sempre letto con piacere.
Ti ritrovo efficace e intenso come un tempo, ma, ti prego, tieni presente che ad una certa età le capriole non sono più consentite o almeno non sono più esteticamente ammissibili. Riprenderò a leggerti e a frequentarti, se me lo consenti, con l’ammirazione di una volta, ma tu non cambiare da quello che sei ritornato ad essere da qualche tempo.
Sia ben chiaro:il Cavaliere ci ha messo molto di suo nell’affrettare il suo declino politico, ma la campagna denigratoria, alla quale è stato sottoposto, è una delle pagine più vergognose e nauseanti della storia politica italiana. Ti saluto con affetto.

GUZZ – IL CAVALIERE CON LE SUE SCIAGURATE SCEMPIAGGINI HA DISTRUTTO UNA PROSPETTIVA CHE NON GLI APPARTENEVA, che era nostra e che aveva giurato di portare a compimento. Tutto quel che ho scritto su di lui è confermato, anche se gli riconosco un fegato da combattente eccezionale e oggi tutti vedono che non era l’uomo nero che faceva salire lo spread. Riconfermo con disgusto tutto ciò che ho documentato nei libri, libri mai smentiti, non chiacchiere, sui rapporti fra P e B e non ho nulla di cui fare ammenda. Non faccio capriole: le capriole le fa chi non vede la stella polare davanti al naso e la barra del timone sotto il polso. L’età, contrariamente a quel che pensa, è un elemento di enorme libertà, di sana sfrontatezza, di bruciante sincerità. E se ho da fare capriole, perdio, le farò. Comunque grazie e resti con noi, vecchio Scaramuzzino.

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