mercoledì 15 settembre 2010

Requiem per il Cavaliere?

Scrivo di getto mentre ascolto le ultime notizie politiche della giornata. La presunta maggioranza alternativa non c’è, il cosidetto gruppo di Responsabilità nazionale è una chimera, per il governo la speranza di sopravvivere pare dissolversi.
Non ci voleva molto a capirlo o ad immaginarlo, ci voleva solo che qualcuno o qualcosa confermasse queste previsioni.

Berlusconi continua a sciorinare parole rassicuranti sulla sua volontà di andare avanti, continua ad elargire sorrisi , ma dietro tutto c’è una parvenza di provvisorio, se non di falso e di volutamente ambiguo.

Spiace doverlo dire, ma il Cavaliere incomincia a non convincere più nessuno. Il Cavaliere, che ci aveva convinti fino a qualche tempo fa, non esiste più. Difficile dire perché. Molto è dipeso dalle circostanze, dalle condizioni oggettive del nostro Paese, ma molto è dipeso anche da lui. Noi, che lo abbiamo difeso in tante circostanze, che abbiamo avuto piena coscienza della vergognosa persecuzione giudiziaria cui è stato sottoposto, ora possiamo dire che lui ci ha messo anche del suo.

Ora possiamo dirlo. Possiamo dire che un Presidente del Consiglio, pur con tutte le attenuanti di questo mondo, non fa il segno delle corna mentre sta per fare una foto ufficiale di gruppo. Un Presidente del consiglio, se vuole fare sesso, almeno deve stare attento a chi si infila nel letto. Un Presidente del Consiglio non nomina un inutile ministro senza portafoglio, per poi accettarne le dimissioni dopo una settimana. E mi fermo qui, per carità di patria. Il resto, il più lo hanno fatto quei giudici, che hanno deciso di fare politica contro di lui.

Sono colpe gravi? Non lo so, ma troppi rospi abbiamo ingoiato in questi ultimi tempi. Arrivati a questo punto, il Cavaliere, gravemente dimezzato nei suoi poteri, non può limitarsi a tirare a campare, tenendo in ostaggio il suo partito, il governo, la nazione.

O il Cavaliere decide di puntare alle elezioni, oppure sarà travolto. Il tempo gioca contro di lui.

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